PARTITI E SISTEMI DI PARTITO
LESSICO POLITICO-ELETTORALE |
Partiti e sistemi di partito
Come nascono storicamente: all’interno (quando il suffragio è ristretto) o fuori dal Parlamento (con il suffragio universale) utilizzando associazioni preesistenti ad essi (ad es. movimenti sindacali, cattolici, movimenti etnici ecc.).
Definizioni: 1) associazioni nate per fini ideali (Burke);
2) associazioni fondate su un’adesione formalmente libera, costituite al fine di attribuire ai propri capi una posizione di potenza (macht) all’interno di un gruppo sociale e ai propri militanti attivi la possibilità (ideali o materiali o entrambe) di perseguire fini oggettivi o personali o entrambi (Weber);
3) qualsiasi gruppo politico che si presenta alle elezioni, ed è capace di collocare attraverso esse (che posso essere libere o no) candidati alle cariche pubbliche (Sartori). In base a quest’ultima definizione, se un partito non riesce a far eleggere deputati non può essere considerato un partito.
Modi in cui sono nati: come sono nati i diversi partiti e perché alcuni di essi sono presenti in alcuni paesi e altri no? A questi quesiti rispondono le analisi rivolte all’evoluzione di alcune fratture o conflitti sociali (cleavages) centrali in ciascun paese ricercandovi le origini dei partiti a tutt’oggi esistenti.
La migliore spiegazione ce la dà Rokkan che attraverso un’analisi sociologica della formazione degli Stati-nazione dell’Europa occidentale e dei processi di democratizzazione, individua 4 fratture: 1) centro/periferia, 2) Stato/Chiesa, 3) interessi agrari e industriali/interessi dei contadini e degli operai.
ORIGINI DELLE FRATTURE SOCIALI |
TIPO DI FRATTURA |
TIPO DI PARTITI |
OGGETTI DEL CONFLITTO |
Costruzione dello Stato nazionale |
Centro/periferia Stato/Chiesa |
Centralisti/Regionalisti Liberali/Religiosi |
Lingua Istruzione |
Rivoluzione industriale |
Città/campagna Capitale/lavoro |
Liberali/Agrari o contadini Conservatori/Socialisti |
Barriere doganali Stato sociale |
Una ricerca effettuata da Rose e Ulwin su 19 Stati (tra il 1945 e il 1969) ha mostrato una bassa volatilità elettorale tra un’elezione ed un’altra, tanto che si è parlato di congelamento o stabilità elettorale (eravamo in presenza di un elettorato assai identificato). Questa tendenza si è mantenuta a livello di interblocchi dx-sx fino al 1989 (Bartolini-Mair, 1990).
In base alla loro genesi: 1) partiti parlamentari, 2) extraparlamentari, 3) antiparlamentari (es. partiti fascisti e comunisti).
Tipi di partiti: 1) di notabili, 2) di massa (Duverger), 3) di una sola issue, 4) pigliatutto (Kirchheimer), 5) di cartello (Katz e Mair).
I partiti di notabili si fondavano su singole personalità. Col termine notabili vengono definiti individui che: a) in virtù della loro condizione economica sono in grado di dirigere e organizzare gruppi di persone; b) godono di grande considerazione sociale, indipendentemente sulla base da cui è fondata (es. giudici, avvocati, notai, parroci, insegnanti)
Funzioni dei partiti: 1) di mediazione tra istituzioni, società civile e gruppi di pressione: i partiti tendono a mediare tra diversi interessi; 2) strutturano il voto; 3) di socializzazione politica: consentono la partecipazione dei cittadini all’attività politica; 4) di controllo dei governati sui governanti; 5) partecipano alla formazione delle politiche pubbliche.
CLASSIFICAZIONE DEI SISTEMI DI PARTITO
Duverger usava solo un criterio numerico di conteggio;
La Palombara e Weimer consideravano solo la meccanica (egemonia/alternanza) e la cultura politica (ideologica/pragmatica);
La tipologia dei sistemi di partito di Sartori, è risultata la più completa. Egli prese in considerazione sia il criterio numerico (formato), sia il meccanismo di funzionamento (meccanica), in nuce la POLARIZZAZIONE IDEOLOGICA e introdusse il concetto di partiti rilevanti che devono avere le seguenti proprietà: 1) potenziale di governo, 2) potenziale di coalizione, 3) potenziale di ricatto.
FORMATO MECCANICA
SISTEMI NON COMPETITIVI |
MONOPARTITICI (partito unico)
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TOTALITARISMO |
EGEMONICI (pluralismo limitato) |
EGEMONISMO AUTORITARIO EGEMONISMO IDEOLOGICO EGEMONISMO PRAGMATICO |
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SISTEMI COMPETITIVI |
A PARTITO PREDOMINANTE |
GOVERNI MONOPARTITICI con la presenza dello stesso partito per almeno 3 legislature consecutive |
BIPARTITICI |
GOVERNI MONOPARTITICI, alternanza, competizione centripeta, solo 2 partiti sono in grado di competere per la maggioranza assoluta |
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MULTIPARTITICI MODERATI |
GOVERNI DI COALIZIONE (di soli 2 o 3 partiti), tutti i partiti rilevanti (da 3 a 5) possono allearsi tra loro, per il resto le proprietà sono le stesse del bipartitismo |
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MULTIPARTITICI POLARIZZATI |
GOVERNI DI COALIZIONE, multipolarità, competizione centrifuga, opposizioni bilaterali che non potranno mai allearsi per la notevole distanza ideologica, presenza di rilevanti partiti antisistema |
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MULTIPARTITICI SEGMENTATI |
GOVERNI DI COALIZIONE, presenza di un numero di partiti rilevanti superiore a 6 però, a differenza di quelli polarizzati, non vi è una notevole polarizzazione ideologica |
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ATOMIZZATI |
GOVERNI DI COALIZIONE, sistema partitico frammentato e ideologizzato |
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
M. Cotta – D. della Porta – L. Morlino, Scienza Politica, Bologna, Il Mulino, 2001.
R. D’Alimonte, Competizione politica e sistemi di partito, Relazione al Convegno: “La scienza politica in Italia: bilancio e prospettive”, Milano, 17-19 maggio 1984.
M. Duverger, Les partis politiques, Paris, Colin, 1954, 2a ed.; trad. it. I partiti politici, Milano, Comunità, 1961.
J. La Palombara, M. Weiner (a cura di), Political Parties and Political Development, Princeton, Princeton University Press, 1966.
Luca F. Rossi, Sistemi di Partito in, R. Brocchini-A. Martino, Piccolo Thesaurus Politico, Pisa, Seu, 2003.
G. Sartori, Parties and Party Systems: a Framework for Analysis, New York, Cambridge University Press, 1976.
- Teoria dei Partiti e caso italiano, Milano, SugarCo, 1982.
Ultimo aggiornamento (Lunedì 13 Febbraio 2012 10:59)