DEMOCRAZIA

Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 
LESSICO POLITICO-ELETTORALE

Tra i vari lemmi politologici quello di democrazia è notevolmente il più usato, soprattutto in senso prescrittivo (come valore). Ciò ha comportato che a tale termine siano stati attribuiti significati e referenti empirici, addirittura contrapposti, con conseguente svuotamento del suo significato. Il termine democrazia deriva dal greco demos e kratos. Demos in origine indicava ogni distretto in cui era suddivisa Atene e successivamente, dopo la riforma democratica di Clistene, indicò il popolo deliberante. Kratos significa potere, dominio. In base al suo significato etimologico per democrazia s’intende il potere del popolo. Si tratta di una definizione astratta perché non viene specificato il modo in cui il popolo esercita nella realtà il potere. Erodoto fu colui che usò per primo tale termine accostandolo a quello di isonomia, cioè dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

Fu Atene, agli inizi del V secolo a. C., a rappresentare il primo esempio di democrazia intesa come un metodo che attribuisce al popolo (compresi i cittadini meno abbienti) il potere di governo. Era una democrazia diretta che si basava sulla partecipazione di tutti i cittadini, ma dal voto era esclusa la maggior parte della popolazione che comprendeva gli schiavi, le donne e i meteci (immigrati).

Nella teoria classica delle forme di governo, oltre alla democrazia, abbiamo la monarchia o governo di una sola persona e l’aristocrazia o governo di poche persone.

La democrazia dei moderni, iniziata a svilupparsi a partire dal primo dopoguerra, è un tipo di regime politico che è assai differente da quello dell’antica Atene. Si tratta di una democrazia prevalentemente rappresentativa dove il popolo pur mantenendo la titolarità del potere, cede il suo esercizio a dei rappresentanti eletti.

Schumpeter fu il primo a dare una definizione procedurale di democrazia togliendo dalla definizione gli elementi prescrittivi o normativi, cioè il dover essere. Egli contestò la dottrina classica della democrazia del 700 (in particolare Rousseau) che doveva avere per obiettivo il perseguimento del bene comune e della volontà generale, in quanto si tratta di concetti astratti non misurabili nella realtà. Per Schumpeter “il metodo democratico è lo strumento istituzionale per giungere a decisioni politiche, in base al quale singoli individui ottengono il potere di decidere tramite una competizione che ha per oggetto il voto popolare”. Nel suo libro Capitalism, Socialism and Democracy il processo democratico viene metaforicamente presentato come un mercato politico: i leader politici al posto degli imprenditori che vendono programmi e gli elettori al posto dei consumatori che li acquistano attraverso il voto.

Anche Kelsen sottolinea l’aspetto formale, procedurale della democrazia per distinguerlo da quello sostanziale (cioè dagli obiettivi che essa si pone). Egli affermò che, in primo luogo, ancor prima degli obiettivi è necessario che una democrazia sia dotata di regole e procedure condivise.

Dahl definisce le democrazie reali moderne col termine poliarchia. Per poliarchia s’intende un insieme di istituzioni che esercitano il potere politico e nessuna di esse prevale sull’altra e le azioni dei governanti rispecchiano grosso modo le aspettative del maggior numero (maggioranza) dei governati. Dahl integra la definizione di Schumpeter mettendo in risalto la partecipazione politica. In una democrazia è importante la partecipazione dei cittadini come funzione di stimolo, di controllo e anche di protesta sull’azione dei governanti. In sostanza, per Dahl in una democrazia devono essere presenti meccanismi istituzionali che permettano ai cittadini di giudicare l’operato dei governanti attraverso il voto.

Bobbio e Sartori mettono in evidenza che il concetto di democrazia deve contenere elementi descrittivi (l’essere) e prescrittivi (il dover essere). Gli elementi descrittivi sono le regole, le procedure con le quali si arriva alla costituzione del governo e alla formazione di decisioni vincolanti per l’intera comunità. Gli elementi prescrittivi si riferiscono ad una serie di valori che sono insiti nell’ideale democratico, in particolare la libertà e l’uguaglianza. Bobbio ha messo in evidenza che l’unico modo di intendersi sul concetto di democrazia, è di considerarla come un insieme di regole fondamentali che stabiliscono chi è autorizzato a prendere decisioni collettive. A tal proposito devono essere osservate due regole: la prima è che tutti partecipino alla formulazione della decisione, la seconda è che la decisione venga presa, dopo libera discussione, a maggioranza.

Nella realtà odierna il termine democrazia è stato sovente utilizzato in senso prescrittivo, senza tener conto dell’aspetto procedurale. Con la caduta dei regimi dell’Europa dell’Est, non c’è dubbio che la definizione di democrazia si riferisce ai paesi occidentali di democrazia consolidata.

Nella Scienza Politica è opportuno dare una definizione operativa minima di democrazia, che non coincide né con un’ideologia, né con una dottrina politica, né con una particolare forma di governo.

Una definizione minima, permette di avere pochi ma essenziali indicatori che discriminano i paesi democratici da quelli non democratici.

Pertanto indichiamo le seguenti proprietà essenziali:

- suffragio universale maschile e femminile senza distinzioni di sesso, di etnia, di lingua, di religione e di opinioni politiche;

- esistenza di elezioni libere, corrette, periodiche;

- pluralismo associativo: quindi possibilità di costituire partiti, gruppi di interesse e associazioni varie;

- eguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge;

- principio delle deliberazioni prese a maggioranza con rispetto dei diritti delle minoranze;

- pluralismo delle fonti di informazione.

La democrazia, pur ammettendo l’incertezza dei contenuti decisionali, non potrà mai prescindere da alcuni valori fondamentali come le libertà civili e politiche, il pluralismo delle istituzioni e dei gruppi, la separazione dei poteri e la risoluzione pacifica dei conflitti.

 

Roberto Brocchini

 

Bibliografia

N. Bobbio, "Democrazia", in Dizionario di politica a cura di N. Bobbio, N. Matteucci e G. Pasquino, Torino, UTET, 1990, 1a ed., pp. 287-297.

M. Cotta – D. della Porta – L. Morlino, Scienza Politica, Bologna, Il Mulino, 2001.

R. Dahl, Sulla democrazia, Bari, Laterza, 2002.

E. Greblo, Democrazia, Bologna, Il Mulino, 2000.

L. Morlino, Democrazie e democratizzazioni, Bologna, Il Mulino, 2003.

G. Sartori, Democrazia. Cosa è, Milano, Rizzoli, 1992.

 

Ultimo aggiornamento (Sabato 11 Febbraio 2012 16:49)