Sistema elettorale francese
SISTEMI ELETTORALI - EUROPA |
Dati geopolitici (www.globalgeografia.com)
Forma di governo Repubblica a sistema politico misto (definita anche semipresidenziale) Dipartimenti d'Oltremare Guadalupa (1.628 Km², 410.000 ab.) |
Capitale Parigi (2.230.000 ab., 10.870.000 aggl. urbano) |
La Francia è una Repubblica a sistema politico misto (semipresidenziale) con un Presidente della Repubblica eletto direttamente per 5 anni con il majority system double ballot. Vince al primo turno il candidato che ottiene il 50%+1 dei voti validi. Nel caso non venga raggiunta la suddetta maggioranza si svolge un secondo turno di votazione tra i primi due candidati votati. Non è consentito svolgere le funzioni di Presidente per più di due mandati consecutivi.
Dal 1958 al 2002 la durata del mandato era di 7 anni rinnovabili senza limitazioni[1]. L’elettorato passivo è fissato a 23 anni.
Il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro condividono il potere esecutivo con netta prevalenza del Presidente nel caso in cui abbia una maggioranza in Parlamento. La riforma dell’elezione presidenziale ha lo scopo di evitare casi di coabitazione[2] facendone coincidere il mandato con quello dell’Assemblea Nazionale.
In Francia, per l’elezione dell’Assemblea Nazionale (Camera bassa), viene applicato un sistema elettorale maggioritario (majority system double ballot) a doppio turno fin dal 1958[3] (tranne le elezioni del 1986 svoltesi con il sistema proporzionale[4]) in collegi uninominali. Hanno diritto di voto e di candidarsi i cittadini che abbiano compiuto 18 anni. Dei 577 seggi, 556 sono assegnati alla Francia Metropolitana, 10 ai Dipartimenti d’Oltremare e 11 ai cittadini francesi residenti all’estero.
Un candidato viene eletto al primo turno se ottiene: a) la maggioranza assoluta dei voti espressi, b) un numero di voti uguale ad almeno 1/4 degli elettori iscritti (cioè il 25%); al secondo turno è sufficiente la maggioranza relativa. Inoltre è presente uno sbarramento del 12,5% degli aventi diritto per l'accesso al secondo turno. Ciò comporta che tale soglia è tanto maggiore quanto maggiore è il tasso di assenteismo[5]. Se in un collegio elettorale solo un candidato raggiunge il 12,5% dei voti è consentita la partecipazione al secondo turno anche al candidato arrivato secondo; se però quest'ultimo si ritira in favore del primo, non è consentita l'ammissione di un terzo candidato. Se invece nessun candidato ottiene il quorum prestabilito, sono ammessi al secondo turno solo i primi due candidati. Non sono ammesse candidature plurime.
Al fine di garantire la parità di genere (uomini e donne) nelle candidature, è stabilito che se un partito candida in misura superiore del 2% un genere rispetto ad un altro perde una parte di finanziamento pubblico.
Attualmente il sistema partitico è formato dalle seguenti principali formazioni politiche: Les Républicains (di orientamento liberal conservatore), Parti Socialiste (di orientamento socialdemocratico), Front National (di orientamento populista di destra, fortemente euroscettico).
Tab. 1 – Il sistema elettorale francese dal 1945 ad oggi.
Anni e numero di elezioni |
Formula elettorale |
Grandezza media della circoscrizione |
Numero delle circoscrizioni |
N° complessivo di seggi |
Struttura della votazione |
1945-50 (3) |
D’Hondt |
5,33 |
102 |
544 |
|
1951-56 (2) |
Majority/D’Hondt[1] |
4,94 |
95 |
544 |
Vi è un unico voto per gli elettori che votano in aree distinte. Dal punto di vista dell’elettore il sistema è maggioritario/proporzionale o proporzionale (circ. Parigi) |
Hare (Parigi) |
9,38 |
8 |
|||
1958-62 (2) |
Majority (two round system)[2] |
1 |
546+465 |
||
1967-81 (5) |
Majority (two round system)[3] |
1 |
487-487-490-491-491 |
||
1986 (1) |
D’Hondt |
6,01 |
96 |
577 |
Lista bloccata |
1988-2012 (6) |
Majority (two round system)[4] |
1 |
577 |
577 |
[1] In ogni circoscrizione, la lista (o l’apparentamento di liste) che ottiene la maggioranza assoluta di voti si aggiudica la totalità dei seggi. Se nessuna lista (o apparentamento di liste) raggiunge la maggioranza assoluta di voti, i seggi vengono assegnati proporzionalmente tra le varie liste col metodo D’Hondt. Cfr. A. Chiaramonte, Tra maggioritario e proporzionale, Bologna, Il Mulino.
[2] Un candidato viene eletto al primo turno se ottiene: a) la maggioranza assoluta dei voti espressi, b) un numero di voti uguale ad almeno 1/4 degli elettori iscritti (cioè il 25%); al secondo turno è sufficiente la maggioranza relativa. Inoltre è presente uno sbarramento del 5% degli aventi diritto per l'accesso al secondo turno. Se in un collegio elettorale solo un candidato raggiunge il 5% dei voti è consentita la partecipazione al secondo turno anche al candidato arrivato secondo; se però quest'ultimo si ritira in favore del primo, non è consentita l'ammissione di un terzo candidato. Se invece nessun candidato ottiene il quorum prestabilito, sono ammessi al secondo turno solo i primi due candidati.
[3] Un candidato viene eletto al primo turno se ottiene: a) la maggioranza assoluta dei voti espressi, b) un numero di voti uguale ad almeno 1/4 degli elettori iscritti (cioè il 25%); al secondo turno è sufficiente la maggioranza relativa. Inoltre è presente uno sbarramento del 10% degli aventi diritto per l'accesso al secondo turno. Se in un collegio elettorale solo un candidato raggiunge il 10% dei voti è consentita la partecipazione al secondo turno anche al candidato arrivato secondo; se però quest'ultimo si ritira in favore del primo, non è consentita l'ammissione di un terzo candidato. Se invece nessun candidato ottiene il quorum prestabilito, sono ammessi al secondo turno solo i primi due candidati.
[4] Un candidato viene eletto al primo turno se ottiene: a) la maggioranza assoluta dei voti espressi, b) un numero di voti uguale ad almeno 1/4 degli elettori iscritti (cioè il 25%); al secondo turno è sufficiente la maggioranza relativa. Inoltre è presente uno sbarramento del 12,5% degli aventi diritto per l'accesso al secondo turno. Se in un collegio elettorale solo un candidato raggiunge il 12,5% dei voti è consentita la partecipazione al secondo turno anche al candidato arrivato secondo; se però quest'ultimo si ritira in favore del primo, non è consentita l'ammissione di un terzo candidato. Se invece nessun candidato ottiene il quorum prestabilito, sono ammessi al secondo turno solo i primi due candidati.
[1]Da notare che nelle prime elezioni presidenziali della Quinta Repubblica, il Presidente è stato eletto da un collegio elettorale di circa 80.000 grandi elettori composto da parlamentari, consiglieri generali e rappresentanti dei consigli municipali. Sarà l'unica elezione indiretta in quanto con il referendum del 1962 verrà introdotta l'elezione a suffragio universale del Presidente della Repubblica.
[2]La coabitazione di Presidente della Repubblica e maggioranza parlamentare di diverso orientamento politico, si è avuta finora nella storia della V Repubblica tre volte di cui due nei periodi della Presidenza Mitterrand del Partito Socialista: nel periodo 1986-88 (con Primo Ministro Chirac del Raggruppamento per la Repubblica) e nel periodo 1993-95 (con Primo Ministro Balladur del Raggruppamento per la Repubblica). Una con la Presidenza Chirac nel periodo 1997-2002 (Primo Ministro Jospin del Partito Socialista).
[3]Il maggioritario a doppio turno era già stato applicato nella III Repubblica (1876 al 1939 con alcune eccezioni nel 1885-1889 e 1919-1924).
[4]Fu voluto da Mitterrand per ammortizzare la prevedibile sconfitta del Partito Socialista e alleati.
[5] Ad esempio se il totale dei voti validi in un collegio corrisponde al 60% degli aventi diritto, la soglia minima da raggiungere sarà del 20,9%.
Ultimo aggiornamento (Mercoledì 16 Ottobre 2019 11:45)